Benedetto sia il caos

bagarOggi ho fatto una scoperta: i gruppi che gestiscono il potere a nostra completa insaputa, hanno virato decisamente per l’aumento del caos generalizzato, in modo tale che noi, poveri umani, possiamo aumentare la nostra sfiducia, la nostra inadeguatezza e la nostra totale impotenza.
L’Italia, come sempre, rappresenta l’eccellenza in tema di esempi negativi che, negli ultimi anni, hanno superato, purtroppo, quelli positivi che pure esistono ma che vanno scomparendo in questo becerume.
Lo spettacolo osceno di questi giorni alla Camera dei deputati rappresenta la materializzazione del progetto di disgregazione sistematica del tessuto sociale, di un barlume di unità e fiducia reciproca tra persone che, a questo Paese vogliono ancora bene e che, per questo Paese, sono ancora disposte a lottare per migliorarlo, con il loro lavoro, con l’amore per l’altro e per le relazioni umane, con la disponibilità di aiutare e di mettersi in discussione. Si, un Paese normale ancora c’è e vive, ma la sua fiamma langue e tende a spegnersi, perchè il vento dello scoramento è forte.
Allora è chiaro: se sono disorientato, frustrato, isolato ed economicamente in difficoltà, come posso avere la serenità per non essere divorato dalla rabbia ed avere la possibilità di immaginare una vita migliore? Quando si arriva a vivere in queste condizioni si è “carne da macello” utile per il sistema rappresentato dai gruppi di potere di cui sopra.
La Presidente della Camera che usa la ghigliottina, i Cinque Stelle che occupano gli uffici, il Paese svenduto alle banche, le finzioni sul reato di immigrazione clandestina, i tagli lineari a sanità ed educazione, non rappresentano altro che la decadenza umana ed esistenziale di una politica che non riesce più ad esprimersi come dovrebbe, anche nel giusto contrasto di idee, al quale segue il dibattito e la soluzione.
Siamo giunti ad un punto di non ritorno, il problema è che ancora non ce ne siamo accorti; allora la domanda è:”quanto ancora potremo sopportare questo stato di cose senza cercare di uscirne?” Penso sostanzialmente che sia necessario un cambio di rotta, nelle credenze fondamentali, sulle quali, sino ad ora , abbiamo basato la nostra società.
Quando penso a tutto questo non riesco a capire cosa, profondamente, ci induca a mantenere vivo uno stile di vita che, di fatto, ci fa soffrire enormemente, invece di cercare di cambiarlo. Forse quando si parla di cambiamento le persone si spaventano e credono che il mantenimento dello status dia una grande sicurezza, certamente da non barattare con nuove cose, cose a dimensione umana. Infatti abbiamo scelto (perchè di scelta si tratta, non dimentichiamolo) di disumanizzarci piano piano e giorno dopo giorno, sino a quando, questa condizione, è diventata uno stile di vita, anzi lo stile di vita, per il quale tutto è concesso, anche il diritto di criticare senza però far nulla per cambiare, generando così il cancro del terzo millennio:l’indifferenza.

Insomma, cadute le ideologie, i credi religiosi, la famiglia, il lavoro e, ora, anche il dio denaro (anche se siamo appena all’inizio), resti tu, con le tue idee, le tue convinzioni, la tua storia e le tue aspirazioni; tu, responsabile finalmente di te stesso e del tuo futuro; tu, finalmente libero da ogni ipocrisia e pronto a recuperare un po’ di normalità, perchè, la normalità, in questo momento, rappresenta l’atto rivoluzionario più grande e sincero.