Giustizialismo all’italiana:un vero cancro!

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Giustizialismo, l’arma dei vili

Prendo spunto dalle vicende di incredibile bassezza ed incoerenza della Lega Nord, per riflettere sulla nostra cara Italia e, soprattutto, su di noi italiani, su di noi popoletto da quattro soldini, pronti a tutto pur di scrollarci di dosso ogni responsabilità

Posto che, come in qualsiasi altra realtà anche in Italia esiste una minoranza che si aliena dai più beceri comportamenti della maggioranza, dobbiamo, tuttavia, prendere atto che, il popolo italiano, ormai da molti anni, non è più in grado di porre, come propria principale dote, la dignità

Quando ho visto la valanga melmosa ricoprire la Lega, devo dirvi che non sono riuscito a detestare i principali protagonisti, ovverosia Umberto e Renzo Bossi, anzi, mi è sorto una specie di sentimento di dispiacere, di compassione, nel vedere, al di là delle rispettive cariche istituzionali e delle indubbie loro responsabilità, la sconfitta umana di un padre e di suo figlio.

Da una parte Umberto Bossi usato come un pupazzo ed esposto in tutta la sua menomazione come un greve fantoccio, come un fenomeno da baraccone, costretto ad essere, per necessità elettorali, l’ombra di se stesso, umiliato nel fisico e nella mente, fotografato mentre si fa imboccare e portato, con incredibile disumanità dai suoi, in giro per tutto il nord e costretto ad una vita istituzionale insostenibile per una persona anziana e malata.

Dall’altra parte il figlio Renzo, la persona cioè che, sin dal suo esordio, è stata additata come un incapace, un figlio di papà messo li per il nome che porta, una sorta di imbecille non in grado di intendere e di volere e oggi, anche ladro e truffatore. Certo è che, se un figlio viene allevato a colpi di razzismo, intolleranza, superficialità ed ignoranza, è davvero difficile che cresca con altri punti di vista che non siano questi.

E allora il quadro è chiaro per tutti coloro il cui giustizialismo trionfa su ogni cosa. Ci si trova di fronte al ladro e all’idiota, e tutto si semplifica nella parzialissima mente italica, che trova la sua sicura tana nel giudizio e nella forza di incasellare ogni comportamento umano perché, questo modo di fare, da sicurezza, non solleva dubbi e non mette, più di ogni altra cosa, in discussione nulla.

Io, invece, nel vedere Il Senatur e il trota ho provato una grande tristezza, ho provato compassione nel vederli indifesi: l’uno perché malato e l’altro ancora con il viso da bambino e senza esperienza, tutti e due, per questo, vulnerabili, attaccabili e messi alla gogna pubblica. No, non mi è piaciuto, come non mi piace il vigliacco comportamento italiano che viene fuori nel momento in cui il potente di turno cade. La storia del Paesello ci da tanti suggerimenti:il Mussolini di piazzale Loreto, il Craxi delle monetine e oggi la famiglia Bossi.

Io, però, ho una domanda da porre a tutte le persone che, in questi giorni di passione leghista, si sono accanite verso quel movimento, con il loro bel dito puntato:”Ma voi, come state conducendo la vostra vita? Vi date agli altri? Aiutate le persone a voi vicine che sono in difficoltà? Quanto tempo state con i figli? Avete mai rubato? Per voi l’occasione fa l’uomo ladro? Avete il coraggio delle vostre azioni? Tradite la fiducia delle persone che vi amano?

Ecco, se da queste domande doveste uscirne un po’ malconci, allora, per favore, state zitti, non parlate, non giudicate, non date il vostro punto di vista e non gettate il mostro in prima pagina perché, se quel mostro esiste è perché il marciume che lo ha prodotto è dentro di noi, altrimenti ad un Paese integro, risulterebbero Istituzioni integre.

Il populismo, il giustizialismo e il cattolicesimo superficiale, creano popoli, come il nostro, che si bevono tutto, che credono in tutto, che accettano tutto, per la sola paura di perdere quelle piccole comodità, quelle piccole e meschine posizioni, per le quali è necessaria l’indifferenza come forza di propulsione. Purtroppo, però, tutto questa bella impalcatura che ci siamo costruiti per non avere responsabilità, sta crollando, e allora, come diceva un mito degli anni 80, saranno uccelli per diabetici. Ora, se vogliamo che il diabetico volatile non ci porti via nei suoi cieli neri, dobbiamo svegliarci ed imparare a pensare, a credere, a creare al di là dello stabilito, per essere finalmente umani e smettere di essere schiavi.