L’integrità è la mia via d’uscita

Un paio di anni fa, in piena crisi dei quarant’anni, quella in cui ti trovi a mettere molte cose in discussione della tua vita, mi trovai a riflettere sulla necessità di possedere un forte appiglio che mi sostenesse durante la navigazione in regime di tempesta. Molti stimoli, falsi ideali e scorciatoie, mi si palesarono di fronte, con impietoso fascino e spregiudicata forza attrattiva, aiutate da uno stato d’animo, certamente disorientato e, per questo, profondamente volubile.

Mi arrovellai per mesi, cercando di tirarmi fuori da quel malessere che mi turbava e che, mai prima di allora, si era presentato a me in nessuna forma. Fu una sera, dopo aver messo a letto mio figlio, che venni colto dall’illuminazione, come una sintesi netta ed inequivocabile che mi gridava la soluzione al mio malanno psicologico. “Integrità, integrità, integrità”, andava dicendo con sempre maggiore intensità, una voce che percepivo provenire “da dentro”.

Iniziai, così, ad applicare integrità in sempre maggiori contesti della mia vita, accorgendomi che, questa, mi restituiva una forza catartica e contemplativa al tempo stesso, come una specie di motrice spaventosa che mi spingeva, giorno dopo giorno, ad avere tra le mani una vera opportunità di superamento delle mie contraddizioni personali e di quelle della vita attorno a me.

L’integrità, per me, è l’applicazione della verità in tutto quello che penso, propongo e attuo, nella mia vita. E’ certamente un tentativo, ma che si incastra alla perfezione con ciò che sento in questo dato momento storico, in cui tutto si oppone a tutto, in cui il fine giustifica i mezzi, mentre il confine tra decenza e indecenza, è sempre più offuscato dalle nebbie del compromesso morale. Ci vuole un nuovo sole, una nuova primavera che spazzi via quelle nebbie che hanno ridotto le persone, almeno qui in occidente, a servi ignari e consenzienti di un sistema tritatutto che, dietro di se, lascia solamente la vuotezza del nulla e l’orrenda quotidianità di giorni tutti uguali vissuti senza una ragione, persi, come sono, tra quelle quattro cose che sin da piccoli, altri, hanno stabilito per noi, e non a nostro favore.

L’integrità, quindi, si staglia, si eleva sopra il marciume, la superficialità e l’indifferenza di un tempo che necessità di verità, di riappropriazione del tempo prezioso, perduto nel far finta di esistere, nel far finta di pensare, nel far finta di agire, in una parola, nel far finta di niente. Ora, anche i più ottusi, i più scettici e i più recalcitranti dovranno, nel bene o nel male, mettersi in discussione profondamente, e per farlo dovranno aprire le porte di quei luoghi sconosciuti e bui della propria coscienza e, nella maggior parte dei casi, scoprire cose spiacevoli, disarmanti e misere di se. A quel punto ognuno si dovrà domandare la vera ragione della propria esistenza e del motivo per cui si è nati in questo mondo, in questo momento, e bellissimo sarà quel momento

E’ chiaro che il processo di decadimento storico, iniziato anni fa, soltanto ora sta affrontando la sua espressione più evidente e sentita, ma siamo soltanto all’inizio e conviene prenderne atto, saperlo adesso, anche se, purtroppo,ancora pochissimi, anche tra i più accorti lettori di queste nostre malate società, riescono ad accettare la fine di un’era e di tutte le certezze che, quell’era, ci ha insegnato sin da bambini, perchè, in fondo, si pensa che, questa crisi, prima o dopo passerà, e tutto potrà tornare come prima. Invece no, niente tornerà come prima e le persone, proprio alla luce del crollo imminente, per necessità saranno obbligate a non girare più la testa dall’altra parte e, finalmente, a sentire l’altro come un essere umano e non come una cosa.

L’integrità mi aiuta ad affrontare tutto questo, anche se è, molte volte, dura da sostenere, da portare avanti e necessita di una grande forza d’animo che ti migliora, facendoti, però, coltivare la pianta dell’umiltà, una pianta che ha bisogno di cure continue ma che, alla fine di ogni giorno, ti fa guardare te stesso e gli altri con dignità, senza mai il bisogno di abbassare gli occhi dinanzi a niente e nessuno.