Ma allora la vita non è una merda !

Ancora ricordo i bei tempi andati. Forse li ricorderete anche voi. I tempi in cui ci si lamentava di tutto: del lavoro, dei colleghi, dei soldi, della coppia, della famiglia, del tempo. Ma sì che vi ricordate, dai, un piccolo sforzo. Va bene vi faccio un esempio: quando qualcuno vi chiedeva come stavate, rispondevate sempre in cinque o sei modi, vediamo di ricostruire insieme il passato.

“Come va?” (domanda posta il lunedì mattina in un qualsiasi giorno, di un qualsiasi anno)

“Da lunedì”

“Come va?

“Sempre il solito tran tran”

“Come va?”

“Mah, niente di particolare”

“Come va?”

“Minchia, se tutto va bene siamo rovinati!”

“Come va?”

“Come una barca in un bosco”

E per finire, l’apoteosi, il non plus ultra del senso dell’esistenza, la trascendenza che cala su di noi, in un giorno pieno di luce.

“Come va?”

“La vita è una merda!”

Definitivo, amaro, oscuro, pessimista ma non troppo perchè, in fondo, ancora potevate permettervelo. Scusate se non mi ci metto anch’io dentro ma, nonostante tutti i difetti che posseggo, non ho quello di disprezzare fintamente o meno, la vita.

Sì, potevate permettervelo perchè le condizioni di agio e libertà, vi ponevano in quella comodissima posizione di lamento cronico, accompagnato da tutte le comodità del caso che le società occidentali offrono.

Si faceva fatica ad arrivare alla fine del mese! Ricordate questa boiata colossale che dicevate quando, nello stesso tempo, pagavate rate per l’auto, Sky, le ferie, lo smart TV, lo smartphone. Quando potevate permettervi palestre, cine, ristoranti e via cantando. Ma la vita è una merda e non si arriva a fine del mese.

Impossibile poi cercare di mettere su, con voi che pensavate in quel modo, uno straccio di ragionamento: mai cercare di mettere in discussione tutte le credenze dell’epoca che, in fondo, hanno sempre dato un grande senso di sicurezza, Dietro a “la vita è una merda”, si nasconde un rifugio che tutto fa scivolare addosso.

Eggia! Che bei tempi quelli! Poi, un giorno di inizio del palindromo anno, ci siamo svegliati con la pandemia che bussava alle nostre porte. “Toc, toc, sono il Covid come va?” E tutto d’un tratto non siete più riusciti a rispondere, scoprendo che il meccanismo non era così oliato.

Caspita, ma qui si muore davvero! Caspita, ma qui non posso più lavorare! Caspita, ma qui non posso più andare dove e quando voglio! Caspita ho paura di ammalarmi, di soffrire e di morire! D’un tratto tutto quello che davate per scontato, non lo era più e le lamentele si sono azzerate di fronte al pericolo concreto che, la sorella nera con la falce, venisse a prendere pure voi. La vita che consideravate merdosa e piatta, è risultata essere il bene più prezioso, mentre la fottuta paura vi faceva stare, come bravi soldatini, tutti in coda al supermercato con il vostro carrello ad un metro di distanza dagli altri. Già, la distanza, l’avete sempre messa tra voi e gli altri, ma vederla così messa in pratica per obbligo di legge, vi disorienta. Niente più risposte meccaniche, ma tanta fifa: fifa di dire la vostra, di mostrarvi in giro, di attirare l’attenzione.

Allora avete iniziato a guardarvi in giro, scoprendovi sceriffi dell’umanità, una sorta di felici e risoluti vigilantes anti Covid, pronti a denunciare il vicino, il viandante, il negoziante, il bambino e tutti quelli che, dall’alto della vostra personale interpretazione del Decreto che non avete mai letto, così ci si deve comportare, per buon senso, per solidarietà a chi soffre e per etica e responsabilità. In un crescendo rossiniano, finalmente, adesso, nella società Orwelliana del lock down, avete un posto, che vi siete meritati negli anni, quando a furia di girare la testa dall’altra parte, non avete trovato sollievo per la vostra cervicale, nemmeno assumendo barili di Novalgina.

Sì, niente sarà più come prima, perchè il miracolo si sta compiendo in questi giorni: la vostra vita non sarà più una merda, ci sarà sempre il sole e verranno bandite le piogge, il lunedì subirà la cancellazione dai calendari di tutto il mondo, le barche abbandoneranno i boschi, il solito tran tran verrà arrestato e processato e poi ancora, non saremo più rovinati con o senza Minchia.

Sì, tuto sarà migliore, tutto sarà più bello, onesto e pulito, sin quando non dovremmo più stare in coda e la mascherina sarà relegata nel dimenticatoio. Allora, solo allora, potrete ritornare ad essere indifferenti ed egoisti, e finalmente potrete continuare a insultare la vostra vita e a vivere della rendita di tutte quelle persone che, la vita, l’hanno sempre amata, quando pioveva e quando c’era il sole