Progetto per l’avviamento di un “CENTRO ANTICRISI DI QUARTIERE

AnticrisiIntroduzione
I tempi che stiamo percorrendo sono caratterizzati da grande disorientamento e preoccupazione per il futuro. Ciò che prima era dato per scontato, ora, inizia a scricchiolare mentre, di fronte a questa situazione, le persone si trovano immobili, come cristallizzate, all’interno di una quotidianità che non riconoscono più, i cui cambiamenti repentini e velocissimi, mettono in pericolo ogni sicurezza che, sino a quel momento, apparteneva ad una normale condotta di vita di milioni di persone.
Per far fronte a questa situazione preoccupante che non lascia sperare nulla di buono, ecco sorgere la necessità dei Centri anticrisi di quartiere.

La crisi
Dopo il “boom economico” degli anni sessanta del XX secolo, sino alla fine di quest’ultimo, la vita in Italia si è svolta seguendo certi canoni scontati che si sono ripetuti nel tempo, come ad esempio la normalità di possedere una casa o poterne affittare una, di avere un’istruzione e una sanità adeguate, un’occupazione a tempo indeterminato che desse la possibilità di affrontare, con una certa tranquillità, le varie spese e, perché no, di riuscire a mettere anche qualcosa da parte; per passare, poi, attraverso la tranquillità del nucleo famigliare o alle certezze del credo ideologico o religioso. Un pacchetto, insomma, che si presentava, agli occhi delle persone, come quanto di più scontato e certo si potesse desiderare. La più normale delle vite, senza infamia e ne gloria che, comunque, poteva riservare qualche soddisfazione personale ed economica.
Ma qualcosa, in questo “meccanismo perfetto”, anno dopo anno, ha iniziato a non funzionare come doveva, a scricchiolare e, infine ed è storia dei nostri giorni, ad avviarsi verso il crollo.
Ma quali sono le ragioni per le quali questa crisi sembra essere inarrestabile? Sembra che, alla base di tutto, vi sia la sostituzione del potere nazionale dei parlamenti democraticamente eletti, col potere finanziario che, come nel caso italiano, addirittura si sostituisce alle Istituzioni, prendendone il posto senza passare per libere elezioni, di fronte alla disorganizzazione dei partiti dell’arco costituzionale.
Sistema bancario, borsa e speculazione finanziaria, sono i nuovi strumenti di questi gruppi di potere, sull’altare dei quali, tutti noi veniamo chiamati a sacrifici incredibili.
L’altra faccia della crisi, oltre a quella economica, riguarda la sfera personale, accompagnata da problemi, sempre più gravi, di solitudine, incomprensione, mancanza di senso, totale assenza di futuro e progettualità famigliare e nelle relazioni umane in genere. Un mondo di individui separati gli uni dagli altri e sempre più incapaci di fidarsi reciprocamente.
Quindi, se la politica, la famiglia, le relazioni, la condizione economica, la religione, il lavoro e tutti i valori crollano, come possiamo fare per non essere travolti?

Il “Centro anticrisi di quartiere”, per la ricostruzione del tessuto sociale

Il quartiere
Il quartiere è il posto in cui il Centro anticrisi trova la sua naturale collocazione. Questo perché, il quartiere, rappresenta “l’insieme umano” che si organizza, si relaziona, lavora e opera a diverso titolo in tutti i contesti della vita. Il quartiere vive e prende identità se i suoi abitanti si affidano ad una mentalità di aiuto e cooperazione reciproca, al contrario si degrada e diviene freddo, se esiste un atteggiamento di indifferenza e sfrenato individualismo. La crisi di questa epoca ha, senza dubbio, relegato a quest’ultima espressione umana la vita dei quartieri che, per l’appunto, ora si sono trasformati in semplici agglomerati urbani in cui la paura dell’altro vince ed imprigiona le persone dietro le sbarre dell’egoismo e dell’indifferenza.

La ricostruzione del tessuto sociale
Mai come in questo momento esiste la grande possibilità di ricostruire il tessuto sociale. Per fare questo sono necessarie idee, iniziativa, sperimentazione e partecipazione attiva. Non è più tempo di delegare al coraggio di pochi, il tentativo di migliorare e sviluppare le cose, ora, ognuno deve fare la sua parte, sarà una necessità portata da una crisi sempre più grave.

Scelta dei comportamenti per la realizzazione del Caq
Sintetizzando, le basi sulle quali il caq dovrebbe poggiarsi sono : non collaborazione, Nonviolenza e auto organizzazione.

Non collaborazione : E’ necessario, fin da ora, iniziare a non collaborare a tutte quelle forme che, in un modo o nell’altro, producono sofferenza nelle persone, ed iniziare a creare un nuovo punto di vista sulle cose, come frutto di un lavoro fatto assieme ad altri.
Un esempio di matrice economica potrebbe essere quello di iniziare a mettere in discussione il ruolo centrale che, le banche, hanno assunto, pensando che, dopo tutto, anche senza la banca come valore centrale è possibile vivere lo stesso. Un esempio di matrice personale potrebbe, invece essere, quello di cominciare ad abituarsi a pensare con la propria testa, rinunciando ad essere i megafoni viventi della TV, aprendosi a nuove relazioni umane, basate sulla fiducia e sulla reciproca collaborazione.

Nonviolenza : Il Caq dovrà essere il luogo nel luogo, una realtà nella realtà, un posto cioè, in cui non ci sia spazio per la competizione, l’invidia, l’arrivismo, il protagonismo, la sfiducia, il pessimismo, l’individualismo, la furbizia ecc. Ma ci sia la volontà di promuovere l’iniziativa, la condivisione, la reciprocità, l’aiuto reciproco, la positività, la fiducia, il rispetto, il lavoro d’insieme non per se stessi ma per il bene della comunità. La Nonviolenza non è da considerarsi soltanto come l’esimersi da un’azione di attacco fisico degli uni verso gli altri, ma un nuovo atteggiamento di grande forza morale che ammette la paura ma non la viltà, che rifiuta lo sfruttamento dei pochi sui molti e promuove la dignità e la centralità dell’essere umano, con la forza inarrestabile dell’azione sul territorio.

Auto organizzazione : Quando la crisi si farà più dura, ci saranno tutta una serie di problemi da affrontare per l’organizzazione delle cose di tutti i giorni, dal momento che, come sappiamo, di soldi ne circoleranno pochi, quindi, l’unica via d’uscita sarà organizzarsi tra le persone del quartiere, in tutti campi.

Esempi di attività del Caq

Infanzia : I bambini, dal momento che rappresentano una delle parti più vulnerabili della società e non posseggono un reddito e non sono autosufficienti, saranno una delle priorità del nostro progetto. Per questo sarà necessario organizzare le seguenti attività
– Babysitterraggio
– Laboratori
– Ludoteca
– Corsi di recupero
– Scuola autogestita
– Corsi di psicomotricità

Giovani : nella quasi totalità dei casi esistono centri per anziani, ma nemmeno uno per i giovani. Il Caq sarà aperto alle iniziative e alle attività dei giovani in modo che, questi, trovino in quello spazio, un occasione di libera espressione. In tutti i casi aspiriamo al fatto che, i giovani, possano essere la forza trainante di questa nuova realtà.

Anziani e giovani
Questo aspetto è, senza ombra di dubbio, uno dei punti focali del progetto. Lo scambio generazionale come antidoto al vuoto generazionale che rende le persone, nate in anni diversi, piene di pregiudizi, di incomunicabilità ed incomprensione. Per superare ciò, e nel limite delle possibilità di spazio fisico del Caq, si lancia l’idea dei “corsi di scambio della conoscenza”, nei quali gli anziani insegnano una professione ai giovani, secondo la loro esperienza lavorativa, e i giovani insegnano agli anziani, ad esempio, l’uso regolare e quotidiano della tecnologia.

Economia
Com’è prevedibile questo modello economico è destinato a non durare a lungo, questo significa che saremo tutti costretti a pensare ad un modello economico che escluda quello passato, in cui con i soldi era possibile ottenere tutti i servizi del caso.
Questa pesantissima realtà dovrà, presto o tardi, essere presa d’atto, per fare ciò, alcuni esempi di attività potrebbero essere i seguenti.

– Banche di quartiere senza interessi speculativi.
– Momenti di baratto delle merci , presso il Caq o con l’organizzazione di mercatini di piazza.
– Creazione di nuovi Gruppi di Acquisto Solidale (G.A.S.)
– Corsi per l’autoproduzione presso il proprio domicilio di oggetti e cibo.

Lavori di autoconoscenza
Abbiamo visto, in questi ultimi tempi che, la crisi finanziaria e legatissima alla crisi personale, e di come poter avere la forza per poter superare i momenti anche più bui. Per questo verranno promossi dei momenti di lettura, interscambio, dialogo e studio, di testi inerenti i temi della Nonviolenza, il senso della vita, il superamento del dolore e della sofferenza, il cambiamento personale interno e sociale, e di tutto ciò che possa servire a non sentirsi soli ed abbandonati nella tempesta, ma incoraggiati e sostenuti da una comunità attiva, e dalla scoperta della forza interiore, motore sensazionale per continuare ad andare avanti e non arrendersi.

Conclusioni
Questo documento non è altro che l’inizio di un lavoro al quale tutti possono partecipare con correzioni e cambiamenti. Rappresenta un tentativo di dare una risposta, tramite la formulazione di una proposta, ad un momento storico in cui tutto ciò che è stato, non sarà più, e nel quale, coloro che possederanno una forte forma di reazione, potranno aiutare altri a rialzarsi, tramite un’azione fatto sul territorio che arrivi a tutti, e che possa avere la convinzione di porre le prerogative per una nuova società più umana.

Una cortesia
Ciò che chiedo è soltanto, se potete, di citare la fonte di questo studio. Fatto questo, il documento è a totale disposizione di tutti, senza che, il sottoscritto, pretenda una qualsivoglia rivendicazione sui diritti d’autore.